Museo della Ganzaria

Breve Storia sul Museo

La costruzione, situata ad angolo tra via dei Greci e via Roma, risale al XIX secolo. Nacque come abitazione privata del Notaio Traversa, in seguito divenne prima scuola elementare, dopo guardia medica, sede della caserma dei Carabinieri, ufficio di collocamento e infine attuale sede museale.

Il Museo occupa una superficie di circa 600 mq, ha sede in un edificio di proprietà della Provincia Regionale di Catania. Il Museo raccoglie e custodisce oggetti d’interesse archeologico, storico, artistico, scientifico ed etnico volti a mantenere la memoria storica.

Museo della ganzaria

Sala della Fondazione

Nel 1534 Don Antonio Gravina fondò l’originario paese di San Michele nel feudo della Ganzaria. In questa occasione strinse un accordo (Capitoli) con i militari e i profughi albanesi, che erano giunti in queste terre e vi si erano insediati, dopo essere fuggiti dal proprio paese caduto sotto l’occupazione turca.

Gli Albanesi si integrarono talmente bene con la comunità Sammichelese da trasmettere i loro usi e costumi: difatti possiamo vedere i due costumi tipici albanesi della tradizione Arbëreshë.

Di questa componente etnica-culturale sopravvivono ancora oggi le cosidette “lamentazioni”, cantilene probabilmente di origine greco-orientali che si recitano durante la Quaresima, mutuate dalla devozione al Cristo Crocifisso. Nell’onomastica sammichelese che riscontriamo tantissimi cognomi di origine greco-albanesi: Masaracchio, Masi, Petta, Dara.

Sala Montagna Ganzaria

Nella seconda sala del primo piano, oltre a fossili e animali imbalsamati, è esposto un erbario. È possibile osservare un’interessante selezione di piante presenti sulla Montagna Ganzaria. Tra i fitti boschi crescono numerose varietà botaniche, tra le quali la cicuta, la palma nana, nonché 52 specie di orchidee spontanee. Nel Vallone dell’Eremita si trovano ancora antichi esemplari di sugherete.

Pianta Geografica del Regno di Sicilia, 1589

Pianta Geografica del Regno di Sicilia, 1589

La pianta geografica del Regno di Sicilia, divisa nei tre Valli Demone, di Noto e di Mazara, riporta l’antico toponimo di “Yanceria” pur con riferimento al borgo già costruito al centro abitato, a seguito di Licentia populandi ottenuta da don Antonio Gravina il Bellicoso il 25 settembre 1534, furono stipulati i Capitoli di fondazione tra il barone della Ganzaria e il greco-albanesi rappresentati da Nicola Bisurca e Antonio Figlia. Essi furono confermati vent’anni dopo dal vicerè Giacomo De Vega a Messina il 6 di novembre.

Sala degli Antichi Mestieri

Nella seconda sala del piano seminterrato, caratterizzata da arcate a forte sesto acuto, sono esposti alcuni oggetti che aiutano il visitatore a immaginare quale dovesse essere la cultura popolare della città e del territorio di San Michele di Ganzaria. Gli oggetti testimoniano un mondo ormai perduto, legato a un’economia essenzialmente agricola, ormai del tutto trasformata.

Tra i materiali esposti occupa un posto di rilievo un carretto siciliano, datato intorno al 1920 e ottimamente conservato.

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