MARRELLA E “MURRA NOVA” QUANDO GIOCO ERA MAGIA

In questo periodo prefestivo di corsa agli acquisti, i settori più gettonati nei grossi centri commerciali sono quelli delle nuove tecnologie, che propongono console modernissime con giochi virali ricchi di colori e di azioni. Il videogame, infatti, è diventato il passatempo preferito. nell’arco di un decennio ha soppiantato di colpo i giochi tipici dello scorso millennio, passando ad esempio da quelli di “società” al joystick. Assistendo a questa evoluzione ludica, sorge spontanea una domanda: Quali erano i giochi natalizi del passato, quando ci si barcamenava in una società molto povera caratterizzata da stenti e bisogni? Quesito che abbiamo posto ad un’esperta e soprattutto studiosa delle antiche tradizioni sicule, Franca Napoli Scirè. « In passato – spiega Franca Scirè, che non la Pro Loco Sammichelese ha da poco portato in scena con successo la rappresentazione teatrale del “Curtigghiarissimu2” – era molto atteso sia per l’aspetto religioso legato alla nascita di Gesù Cristo e sia come momento per riunire le famiglie dopo le fatiche nei campi. Si viveva spesso in contesti poveri, ma ricchi di relazioni sincere e genuine. È bello immaginare la scena di bambini che attorniavano i propri nonni davanti al fuoco di casa, per ascoltare i loro racconti fatti di fiabe e di indovinelli in dialetto. Era solito dei più piccoli trascorrere le serate di festa divertendosi con i dadi, le bambole di stoffa, il gioco dell’oca, la marrella, la “murra nova”, la trottola, al cavalluccio e con i tricchi e tracchi. «Gli uomini adulti invece si dilettavano – prosegue Franca Scirè – con le carte siciliane, in particolare con i tradizionali giochi della scopa, dello scopone, del popolo, della briscola, del tresette e del “bestia”, presente solo in alcune zone della Sicilia. Non mancava la zecchinetta (gioco d’azzardo) e il “tocco”, che veniva accompagnato dal vino novello. Insomma attraverso i giochi – conclude la Napoli – è venuta fuori una società nella quale ci si divertiva con poco o quasi nulla. I passatempi erano frutto della fantasia di grandi e piccini, tenuti assieme dal calore familiare. Questo settore cominciò a cambiare pelle con l’avvento del consumismo». Chissà se un giorno joystick e console lasceranno di nuovo il posto a trottole in legno e giochi di strada.

Martino Geraci

Pubblicato il 14 Dicembre 2017​​